Vicenza, 1982

Michela Rizzo e Simone Frittelli hanno il piacere di annunciare l’apertura della nuova galleria a Milano in viale Stelvio 66, che si aggiungerà alle loro rispettive sedi di Venezia e Firenze. Con la prima mostra Disegno singolare. Il disegno ai tempi dell’Intelligenza Artificiale a cura di Elio Grazioli, i galleristi vogliono suggerire fin da subito alcuni caratteri che intendono far valere nella loro programmazione. La galleria infatti si propone di offrire un luogo dove collezionisti, studiosi e frequentatori si trovino a loro agio in un’atmosfera appunto di riflessione sulle problematiche dell’arte, fermo restando la difesa e promozione dei propri artisti.
Perché il disegno? Intanto dare oggi una definizione di “disegno” è alquanto problematico, essendosi tutte le categorie dell’arte contemporanea aperte e variate. Qui lo si intende come quel lavoro su carta e con strumenti veloci, come le matite in primis, che si adottano per essere più liberi, meno programmatici, meno progettuali, e dare spazio a impulso, idea, audacia, caso, automatismi, inconscio, come non si fa altrettanto liberamente nell’opera realizzata con altre tecniche. Proprio per questo il disegno diventa il luogo di una stratificazione di istanze, di cui interessa qui la complessa ma affascinante dialettica, guadagnando una sua piena caratterizzazione e autonomia di opera a tutti gli effetti.
Grazioli parte dall’osservazione che pare che in ogni momento della contemporaneità in cui avvengono forti cambiamenti a livello sociale, tecnologico, culturale, o quando intendono mettere a punto la loro originalità rispetto ai movimenti che li circondano o di cui sono anche parte, gli artisti tornano a concentrarsi sul disegno. E non solo gli artisti, ma anche gli storici, i critici, i teorici. Basta scuriosare negli ultimi decenni e si possono infilare grandi esposizioni e importanti pubblicazioni che danno ragione di tale osservazione. Grazioli lo fa naturalmente nel testo che ha scritto per l’occasione. Il momento di cambiamento attuale a cui ci rifacciamo naturalmente oggi è quello segnato da Internet, dai social, e ancora più vicino dall’Intelligenza Artificiale. Interessa come sfondo, non direttamente: la mostra avrà pochi esempi di confronto diretto con l’IA, ma, di nuovo, non sarà un caso che il disegno torna quando si può disegnare diversamente, quando la tecnologia ci costringe a ripensare la nostra condizione umana, creativa, estetica.
Il titolo della mostra Disegno singolare. Il disegno ai tempi dell’Intelligenza Artificiale indica nella singolarità il grande tema del confronto al di là delle questioni tecniche: l’uomo, specie l’artista, incarna, difende, mette in atto la singolarità dei caratteri umani, mentre la tecnologia risponde a dei programmi, non ha ragione di distinguersi, di trasgredire, di pensare fuori dagli schemi, di essere originale.
La mostra non ha carattere museale ma esemplificativo, attinge, come detto, alle disponibilità e agli interessi dei galleristi e del critico. Sarà divisa in due parti, una “storica”, con degli esempi di artisti che proprio con il disegno hanno cercato e mostrato la loro diversità rispetto alle categorie consolidate, ai movimenti. Sono Dadamaino, Mario Schifano, Pino Pascali, Giuseppe Chiari, Alighiero Boetti, Eva Sorensen, Ketty La Rocca, Carol Rama, Lucio Pozzi, Pietro Fortuna, selezione che rappresenta comunque la possibilità di una riflessione sugli ultimi decenni.
La seconda sezione è quella degli artisti più recenti: l’idea è di restituire vari usi e concezioni nuove del disegno che vanno nella direzione dello scavo nelle ragioni della singolarità. Gli artisti: Stefano Arienti, Luca Pancrazzi, Eva Marisaldi e Enrico Serotti, Claudia Losi, Marco Cingolani, Gianluca Codeghini, Andrea Mastrovito, Giulio Lacchini, Sergio Breviario, Maria Teresa Sartori, Matthew Attard, Giorgia Fincato. Questi artisti permettono di osservare l’argomento della mostra da differenti punti di vista, sotto varie angolature, toccando una quantità di altri temi: l’intelligenza animale oltre a quella umana e artificiale, la necessità di strategie per non cadere nella pretesa spontaneità, i ruoli della sensibilità, dell’inconscio, della tecnica.
Nel corso della mostra verrà pubblicato un catalogo con un ampio testo di Elio Grazioli che cerca di disegnare a sua volta i rapporti e le stratificazioni di tali argomenti.
Giorgia Fincato (Marostica, 1982) ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Tra il 2007 e il 2009 ha vissuto a New York dedicandosi al disegno, per poi trasferirsi a Roma nel 2009. Dal 2013 è tornata a vivere nella sua città natale Bassano del Grappa. La sua pratica artistica si fonda sul disegno gestuale e ripetitivo, volteggiando tra strutture labirintiche, mappe mentali e città immaginarie, come descritto anche nel progetto dinamogrammi (2023): «sorta di mandala in cui dialogano labirinti d’Oriente e d’Occidente... mappe di una città anaarchitetturale».
Nel 2020 partecipa alla fiera romana Roma Arte In Nuvola, esposta dalla Galleria Michela Rizzo insieme a Ludovico Bomben e altri artisti. Nel 2023 è presente con uno stand alla fiera Artissima di Torino, selezionata tra le artiste presenti.
Nel 2023 tiene la personale Diario allo spazio GMR.2 a Mestre: la mostra esplora il disegno come pratica meditativa, riflessione personale quotidiana e gesto espressivo in continua evoluzione.
Nel 2025 è stata invitata al MAO – Museo d’Arte Orientale di Torino (24–26 gennaio), dove presenta l’intervento performativo The Line We Follow nell’ambito di Rabbit Inhabits the Moon. L’arte di Nam June Paik allo specchio del tempo; l’artista conduce performance di disegno meditativo, richiamando le pratiche zen e il legame con la poetica Fluxus di Paik.
Nel 2025 partecipa anche a Senza sapere dove, poetiche del fuori per Art City Bologna, progetto che esplora il concetto di “fuori” attraverso disegno, performance e installazione.
Fra le altre mostre si ritrovano: Assembramenti (2020), Soglie e Limiti (2019), Sogno Verde (2015), presso Galleria Michela Rizzo, Venezia. Fiere e manifestazioni internazionali, tra cui Wopart (Lugano), Biennale di Genova, universalmuseum Joanneum e Kunst & Handel a Graz e Vienna, MACRO a Roma (2017-2018). L’inchino dei mostri (2014). Unconventional Twin (2013), Soliloqui (2012), Interiors (2010) alla Galleria Ugo Ferranti, Roma. Pierogi (2008), Leapauction Dumbo Arts Center (2008). Poles Apart Poles Together (Biennale di Venezia 2005),
Fra gli eventi recenti: The Line We Follow, MAO Torino (gennaio 2025), Roma Arte In Nuvola, Roma (21–24 novembre 2024), Artissima, Torino (novembre 2023), Art City Bologna 2023, poetiche del fuori.
La sua ricerca si concentra sempre più sul disegno come spazio di meditazione: linee filiformi, frattali e segni che producono mappe dinamiche di un universo interiore in continua espansione.
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