La Galleria Michela Rizzo ospita un nuovo appuntamento dedicato all’incontro tra moda e arte contemporanea, presentando le creazioni di Maria Calderara — abiti, bijoux e pezzi d’archivio — in dialogo con una selezione di opere d’arte.

L’evento, in programma nelle giornate dell’8 e 9 novembre presso la nuova sede della galleria a Palazzo Palumbo Fossati, nasce dal desiderio di raccontare la visione di Maria Calderara come spazio fluido, in cui gesto artigianale e ricerca artistica si fondono in un linguaggio condiviso.

Radicato a Venezia, il brand di Maria Calderara mantiene nella città le proprie origini più autentiche: dal 1983 i gioielli vengono realizzati qui, attraverso una produzione interamente al femminile, mentre l’abbigliamento resta rigorosamente Made in Italy. Nel corso degli anni, Maria ha intrecciato un dialogo profondo con numerosi artisti — da Piero Manzoni a Gianni Pettena, da Antonio Scaccabarozzi a Eugenio Tibaldi, fino alla collaborazione di quest’anno con Satoshi Hirose.

Durante le due giornate sarà possibile scoprire e acquistare alcune delle sue creazioni, espressione di un percorso che unisce arte, artigianato e sensibilità personale.

È ora disponibile online il Catalogo ragionato di Fabio Mauri, a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e realizzato dallo Studio Fabio Mauri – Associazione per l’Arte L’Esperimento del Mondo con gli eredi dell’artista.

Il progetto, frutto di oltre nove anni di ricerca, riunisce più di 3.600 opere tra dipinti, installazioni, performance, diari e scritti, offrendo lo studio più completo mai dedicato a Mauri. L’edizione a stampa, promossa dal MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e pubblicata da Hatje Cantz e Allemandi, sarà disponibile nel 2026 con il sostegno dell’Italian Council del Ministero della Cultura. Figura chiave dell’avanguardia italiana del secondo dopoguerra, Mauri ha esplorato i rapporti tra immagine, ideologia e memoria. L’edizione digitale del catalogo, consultabile su www.fabiomauri.com, prosegue idealmente questa riflessione, rendendo accessibile a un pubblico globale un corpus che resta di straordinaria attualità.

L’artista Cesare Pietroiusti partecipa alla mostra 1+1. L’arte relazionale, la prima grande retrospettiva dedicata al movimento dell’Arte Relazionale, ospitata al MAXXI di Roma e curata da Nicolas Bourriaud, critico e teorico che nel 1998 ne ha definito i principi nel saggio Esthétique relationnelle.

La mostra propone un percorso dinamico che trasforma il museo in uno spazio di relazioni e interazioni, restituendo all’arte il suo ruolo di strumento sociale e collettivo. Attraverso opere, azioni e documentazioni di artisti internazionali – tra cui Vanessa Beecroft, Maurizio Cattelan, Dominique Gonzalez-Foerster, Carsten Höller, Pierre Huyghe, Philippe Parreno, Rirkrit Tiravanija e Cesare Pietroiusti – il progetto esplora l’evoluzione di una pratica artistica che ha ridefinito il rapporto tra artista, pubblico e contesto.

Il Museo Universidad de Navarra dedica una grande esposizione ad Antoni Muntadas, tra gli artisti più significativi della sua generazione, la cui ricerca ha indagato in profondità il ruolo dei media, i meccanismi del potere e le strutture della percezione contemporanea. Intitolata Otros miedos, la mostra si articola attorno alla nuova installazione Entre miedos (2022–2025), realizzata durante la residenza dell’artista nel programma Tender Puentes del museo. L’opera, presentata per la prima volta al pubblico, esplora le forme in cui le società occidentali hanno collocato la paura al centro del discorso politico e mediatico, intrecciando suono, immagine e spazio in un dispositivo immersivo. La mostra include inoltre una selezione di opere precedenti che approfondiscono il tema del “miedo” come costruzione sociale e culturale: On Translation: Fear/Miedo (2005), On Translation: Miedo/Jauf (2007), Alphaville e Outros…(2011), La construcción del miedo (2008–2025) e Fear, Panic, Terror (2011).

La Galleria Sharevolution, in collaborazione con la Galleria Michela Rizzo, presenta Botanical Shyness, mostra personale dell’artista argentina Marcela Cernadas, inaugurata il 3 ottobre 2025 nell’ambito dell’iniziativa START 2025. Attraverso una serie di opere inedite che spaziano dal video all’installazione, dalla risograph all’acquerello, Cernadas indaga il fenomeno naturale della timidezza degli alberi (crown shyness), in cui le chiome di alcune specie vegetali, pur crescendo vicine, evitano di toccarsi. L’artista trasforma questo comportamento in una metafora poetica sul rapporto tra l’essere umano e la natura, invitando a un ascolto attento e delicato del mondo vivente. Le opere di Botanical Shyness si nutrono di silenzi e trasparenze, restituendo una nuova idea di paesaggio come spazio di empatia e contemplazione. Nella serie Tree Shyness, Botanical Shyness e Plant Kingdom, la dimensione naturale si intreccia con quella interiore, offrendo una riflessione sensibile sulla fragilità, la connessione e il respiro stesso della terra.

L’artista Francesco Jodice partecipa alla mostra collettiva Moby Dick – La Balena. Storia di un mito dall’antichità all’arte contemporanea, ospitata nelle sale di Palazzo Ducale di Genova dal 12 ottobre 2025 al 15 febbraio 2026. Il progetto, che prende le mosse dal celebre romanzo di Herman Melville, indaga la figura della balena come simbolo universale, attraversando secoli di rappresentazioni artistiche e culturali: dal mito antico alla letteratura moderna, fino alle riflessioni dell’arte contemporanea. La mostra presenta un ampio percorso espositivo che unisce installazioni, video, sculture, fotografie e materiali storici, esplorando i rapporti tra uomo e natura, potere e fragilità, conoscenza e mistero. In dialogo con opere di artisti internazionali, il lavoro di Francesco Jodice contribuisce a leggere la balena come figura politica e simbolica, emblema delle tensioni e delle paure del mondo contemporaneo.

L’artista maltese Matthew Attard presenta The Ship (Unseen), nuova versione del progetto che ha rappresentato Malta alla Biennale Arte 2024. L’opera è ora esposta a Malta nell’ambito di RETOLD, iniziativa promossa dall’Arts Council Malta che ripropone nel Paese progetti di artisti maltesi già presentati in importanti manifestazioni internazionali. In The Ship (Unseen), Attard esplora le relazioni tra immagine storica, tecnologia digitale e percezione contemporanea, utilizzando un dispositivo di eye-tracking come strumento di disegno per reinterpretare graffiti navali antichi. L’opera riflette sul modo in cui la visione e il gesto artistico vengono trasformati dagli strumenti tecnologici, interrogando la distanza tra memoria, corpo e macchina.

L’artista Ryts Monet partecipa alla mostra collettiva Pangea, in programma dal 22 ottobre al 28 novembre 2025, che riunisce otto artisti internazionali attorno ai temi della connessione, della distanza e delle superfici che legano materiali, culture e geografie.

Prendendo il titolo dal grande disegno di Ryts Monet, Pangea esplora la tensione tra unità e frammentazione, tra continenti che si allontanano e immaginari che si ricongiungono. Accanto al lavoro di Monet, la mostra presenta opere di Kosta Tonev, Enar de Dios Rodríguez, Jasmina Cibic, Pablo Chiereghin, Coco Fusco, Javier Carro Temboury e Farniyaz Zaker, offrendo una riflessione corale sui rapporti tra appartenenza, memoria e rappresentazione.

All’interno della mostra FARE ACQUA DA TUTTE LE PARTI, curata da Alberto Villa insieme agli artisti Enzo e Barbara e Francesco Coccolo, la Galleria Michela Rizzo propone mercoledì 22 ottobre una tavola rotonda dedicata all’acqua e alle sfide che essa pone al territorio veneziano e oltre.

L’incontro si concentra sull’acqua come risorsa fragile e bene comune, sulle criticità dell’ambiente lagunare e sulle possibilità di innovazione e resilienza che ne derivano. L’opera Depuratore 2, presentata in mostra, diventa uno strumento attivatore di confronto e partecipazione tra discipline e comunità.

Tra gli ospiti: Paolo Criscione (DESAM), Microclima – Cinema Galleggiante, Barena Bianca, Emi Bio Lab, Ocean Space, Bogiaisso, Tocia e Chiara Pavan. Moderano Prof. Alessio Rovere ed IFE Collective.

Per la prima volta, Mimmo e Francesco Jodice si incontrano in un dialogo aperto tra pensiero artistico e vita quotidiana, universo familiare e dimensione creativa.

Il documentario Oltre il confine. Le immagini di Mimmo e Francesco Jodice, scritto e diretto da Matteo Parisini e prodotto da Ladoc e Jump Cut con il sostegno di enti nazionali e regionali, sarà presentato in anteprima mondiale il 16 ottobre al MAXXI, nella sezione Freestyle Arts della ventesima Festa del Cinema di Roma.

Attraverso parole, opere e materiali d’archivio, il film racconta l’incontro tra due visioni della fotografia: da un lato Mimmo, con la sua visione metafisica e sperimentale; dall’altro Francesco, con un approccio rivolto all’ambiente urbano, culture antropologiche e grandi metropoli globali.