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Malta, 1987

Michela Rizzo e Simone Frittelli hanno il piacere di annunciare l’apertura della nuova galleria a Milano in viale Stelvio 66, che si aggiungerà alle loro rispettive sedi di Venezia e Firenze. Con la prima mostra Disegno singolare. Il disegno ai tempi dell’Intelligenza Artificiale a cura di Elio Grazioli, i galleristi vogliono suggerire fin da subito alcuni caratteri che intendono far valere nella loro programmazione. La galleria infatti si propone di offrire un luogo dove collezionisti, studiosi e frequentatori si trovino a loro agio in un’atmosfera appunto di riflessione sulle problematiche dell’arte, fermo restando la difesa e promozione dei propri artisti.
Perché il disegno? Intanto dare oggi una definizione di “disegno” è alquanto problematico, essendosi tutte le categorie dell’arte contemporanea aperte e variate. Qui lo si intende come quel lavoro su carta e con strumenti veloci, come le matite in primis, che si adottano per essere più liberi, meno programmatici, meno progettuali, e dare spazio a impulso, idea, audacia, caso, automatismi, inconscio, come non si fa altrettanto liberamente nell’opera realizzata con altre tecniche. Proprio per questo il disegno diventa il luogo di una stratificazione di istanze, di cui interessa qui la complessa ma affascinante dialettica, guadagnando una sua piena caratterizzazione e autonomia di opera a tutti gli effetti.
Grazioli parte dall’osservazione che pare che in ogni momento della contemporaneità in cui avvengono forti cambiamenti a livello sociale, tecnologico, culturale, o quando intendono mettere a punto la loro originalità rispetto ai movimenti che li circondano o di cui sono anche parte, gli artisti tornano a concentrarsi sul disegno. E non solo gli artisti, ma anche gli storici, i critici, i teorici. Basta scuriosare negli ultimi decenni e si possono infilare grandi esposizioni e importanti pubblicazioni che danno ragione di tale osservazione. Grazioli lo fa naturalmente nel testo che ha scritto per l’occasione. Il momento di cambiamento attuale a cui ci rifacciamo naturalmente oggi è quello segnato da Internet, dai social, e ancora più vicino dall’Intelligenza Artificiale. Interessa come sfondo, non direttamente: la mostra avrà pochi esempi di confronto diretto con l’IA, ma, di nuovo, non sarà un caso che il disegno torna quando si può disegnare diversamente, quando la tecnologia ci costringe a ripensare la nostra condizione umana, creativa, estetica.
Il titolo della mostra Disegno singolare. Il disegno ai tempi dell’Intelligenza Artificiale indica nella singolarità il grande tema del confronto al di là delle questioni tecniche: l’uomo, specie l’artista, incarna, difende, mette in atto la singolarità dei caratteri umani, mentre la tecnologia risponde a dei programmi, non ha ragione di distinguersi, di trasgredire, di pensare fuori dagli schemi, di essere originale.
La mostra non ha carattere museale ma esemplificativo, attinge, come detto, alle disponibilità e agli interessi dei galleristi e del critico. Sarà divisa in due parti, una “storica”, con degli esempi di artisti che proprio con il disegno hanno cercato e mostrato la loro diversità rispetto alle categorie consolidate, ai movimenti. Sono Dadamaino, Mario Schifano, Pino Pascali, Giuseppe Chiari, Alighiero Boetti, Eva Sorensen, Ketty La Rocca, Carol Rama, Lucio Pozzi, Pietro Fortuna, selezione che rappresenta comunque la possibilità di una riflessione sugli ultimi decenni.
La seconda sezione è quella degli artisti più recenti: l’idea è di restituire vari usi e concezioni nuove del disegno che vanno nella direzione dello scavo nelle ragioni della singolarità. Gli artisti: Stefano Arienti, Luca Pancrazzi, Eva Marisaldi e Enrico Serotti, Claudia Losi, Marco Cingolani, Gianluca Codeghini, Andrea Mastrovito, Giulio Lacchini, Sergio Breviario, Maria Teresa Sartori, Matthew Attard, Giorgia Fincato. Questi artisti permettono di osservare l’argomento della mostra da differenti punti di vista, sotto varie angolature, toccando una quantità di altri temi: l’intelligenza animale oltre a quella umana e artificiale, la necessità di strategie per non cadere nella pretesa spontaneità, i ruoli della sensibilità, dell’inconscio, della tecnica.
Nel corso della mostra verrà pubblicato un catalogo con un ampio testo di Elio Grazioli che cerca di disegnare a sua volta i rapporti e le stratificazioni di tali argomenti.
Matthew Attard (Malta, 1987) è stato l’artista solista che ha rappresentato il Padiglione di Malta alla 60. Biennale di Venezia, con il progetto I WILL FOLLOW THE SHIP, commissionato dall’Arts Council Malta e co-curato da Elyse Tonna e Sara Dolfi Agostini.
La sua pratica indaga le immagini come costrutti sociali e culturali. Matthew è fortemente interessato a collocare la propria ricerca nell’ambito del disegno contemporaneo attraverso un approccio multimediale che ne mette in risalto la natura versatile, performativa e temporale. Il suo interesse nello studio dello sguardo come forma di disegno – nelle sue dimensioni percettive, fisiologiche e culturali – è stato al centro del suo dottorato di ricerca pratico presso l’Edinburgh College of Art, University of Edinburgh, finanziato dallo schema Malta Arts Scholarship.
Cresciuto a Malta, nel 2009 si è trasferito a Venezia dove ha collaborato con la Collezione Peggy Guggenheim e con il Padiglione USA alla Biennale Arte 2009 e 2011. Successivamente è tornato a Malta dove, nel 2018, ha conseguito il Master by Research presso il Dipartimento di Arti Digitali dell’Università di Malta.
Ha esposto per la prima volta in una doppia personale organizzata nel 2014 presso la Galleria Michela Rizzo a Venezia. Da allora ha esposto a Venezia, Roma, La Valletta, Genova, Londra, Pechino e Los Angeles, tra le altre città.
Nel 2017 è stato selezionato per la terza edizione della Biennale Le Latitudini dell’Arte al Palazzo Ducale di Genova. Nel 2018 ha ricevuto il Premio Under 30 Euromobil ad ArteFiera, Bologna. È stato selezionato per tre volte all’interno di Ten Artists to Watch presso il LACDA (Los Angeles Centre for Digital Arts) e nel 2019 è stato invitato a partecipare a Artissima Telephone negli spazi OGR di Torino. Nel 2021 è stato finalista del Lumen Prize.
Rajt ma rajtx... naf li rajt è una delle principali mostre personali di Matthew, curata da Elyse Tonna presso Valletta Contemporary nel 2021. Nel 2022 gli è stata commissionata l’opera Here’s How I Did Not See What You Wanted Me To See come parte della residenza digitale OPEN presso Blitz, Valletta, curata da Sara Dolfi Agostini. La sua più recente personale, Ship of Fools, si è tenuta nel marzo 2023 alla Galleria Michela Rizzo di Venezia.
Nel 2025 ha presentato segni di rotta presso la Galleria Michela Rizzo. La sua prossima mostra, The Ship (Unseen), curata da Elyse Tonna e in apertura nell’ottobre 2025, si terrà a Malta presso l’Inquisitor’s Palace a Birgu.
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