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Londra, 1946

Hamish Fulton (Londra, 1946) non può essere confinato a uno studio o a una città: come “artista camminatore”, il suo studio – e la sua “città” – sono i luoghi che attraversa durante le sue lunghe camminate, cuore pulsante delle sue opere.
Fulton si è rifiutato fin dagli anni ’60 di usare smartphone o GPS, denunciando il rischio che la tecnologia ci separi dalla natura:
«Finora non ho mai camminato con uno smartphone. Diciamo che se per i camminatori il Gps di uno smartphone è utile (anche per salvarsi la vita), dal mio punto di vista, con il suo uso, siamo «persi». Persi per convenienza, persi per l’imposizione delle corporation tecnologiche, persi perché crea una dipendenza, persi nel nostro rifiuto meccanicistico della natura «selvaggia». Per tutto il tempo che concentriamo le attività umane nei nostri smartphone, siamo contemporaneamente e diametralmente opposti alla natura, guardiamo nella direzione opposta. La natura è persa per noi, specialmente per i bambini.»
(da Il Giornale dell’Arte, n.392, 2018).
Etichettato come scultore, fotografo, artista concettuale e del paesaggio, Fulton si definisce semplicemente un "walking artist" e padre dell’Arte del Cammino, attivo dagli anni ’60 insieme a figure come Richard Long. Laureato al St Martin's College of Art di Londra, ha iniziato a camminare in performance sul campo, iniziando dal primo "artwalk" collettivo il 2 febbraio 1967.
Per lui, «Se non cammino, non posso fare un’opera d’arte»: ogni sua camminata – oltre 25 paesi in 50 anni – ha generato fotografie, disegni, pitture murali e testi, in cui racconta lo spirito del luogo percorso: «Il coinvolgimento fisico del camminare crea una ricettività al paesaggio… una camminata lungo una strada può trasformare il mondo quotidiano».
La sua arte è sempre nata dal gesto del camminare; per Fulton, «un oggetto non può competere con un’esperienza».
Ha esposto in tutto il mondo, in personali e collettive. Con la Galleria Michela Rizzo ha avuto una presenza stabile nel 2012 accostato a Richard Nonas; nel 2014 ha organizzato una camminata sul Monte Etna, sviluppata nella mostra personale Migrant Volcano al Palazzo Platamone di Catania; nel 2015 ha proposto la Repetitive Walk al Palazzo Ducale di Venezia, coinvolgendo 216 partecipanti.
Negli ultimi anni ha presentato: Salzweg. Hamish Fulton in Salzkammergut (2024) Bad Ischl (Austria, Capitale Europea della Cultura), mostra personale ispirata a sentieri alpini, con immagini testuali e installazioni ambientali; A Walking Artist (2023), personale al FRAC ProvenceAlpesCôte d’Azur a Marsiglia (2023), incentrata sulle relazioni tra spazio, cammino e memoria visiva del paesaggio; è attualmente mentore del progetto WALKING MOUNTAINS, curato da Andrea Lerda al Museo Nazionale della Montagna di Torino: un’iniziativa collaborativa che prevede passeggiate-performance e residenze dedicate alla riflessione sul rapporto tra cammino e ambiente.
Nel 2024 e 2025 ha continuato la sua pratica di walking artist con eventi site-specific: Walking the Alps, performance collettive in Valle d’Aosta (estate 2024), luoghi remoti raggiunti a piedi e documentati con fotografie, testi e testi multilingue appesi sui sentieri; Seasonal Crossings, alla Fondazione Galleria Rizzo (2025), dialogo tra testi, mappe di camminate e cronache personali, riflettendo sul tempo ciclico delle stagioni e i cambiamenti climatici.
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