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Bergamo, 1978

Michela Rizzo e Simone Frittelli hanno il piacere di annunciare l’apertura della nuova galleria a Milano in viale Stelvio 66, che si aggiungerà alle loro rispettive sedi di Venezia e Firenze. Con la prima mostra Disegno singolare. Il disegno ai tempi dell’Intelligenza Artificiale a cura di Elio Grazioli, i galleristi vogliono suggerire fin da subito alcuni caratteri che intendono far valere nella loro programmazione. La galleria infatti si propone di offrire un luogo dove collezionisti, studiosi e frequentatori si trovino a loro agio in un’atmosfera appunto di riflessione sulle problematiche dell’arte, fermo restando la difesa e promozione dei propri artisti.
Perché il disegno? Intanto dare oggi una definizione di “disegno” è alquanto problematico, essendosi tutte le categorie dell’arte contemporanea aperte e variate. Qui lo si intende come quel lavoro su carta e con strumenti veloci, come le matite in primis, che si adottano per essere più liberi, meno programmatici, meno progettuali, e dare spazio a impulso, idea, audacia, caso, automatismi, inconscio, come non si fa altrettanto liberamente nell’opera realizzata con altre tecniche. Proprio per questo il disegno diventa il luogo di una stratificazione di istanze, di cui interessa qui la complessa ma affascinante dialettica, guadagnando una sua piena caratterizzazione e autonomia di opera a tutti gli effetti.
Grazioli parte dall’osservazione che pare che in ogni momento della contemporaneità in cui avvengono forti cambiamenti a livello sociale, tecnologico, culturale, o quando intendono mettere a punto la loro originalità rispetto ai movimenti che li circondano o di cui sono anche parte, gli artisti tornano a concentrarsi sul disegno. E non solo gli artisti, ma anche gli storici, i critici, i teorici. Basta scuriosare negli ultimi decenni e si possono infilare grandi esposizioni e importanti pubblicazioni che danno ragione di tale osservazione. Grazioli lo fa naturalmente nel testo che ha scritto per l’occasione. Il momento di cambiamento attuale a cui ci rifacciamo naturalmente oggi è quello segnato da Internet, dai social, e ancora più vicino dall’Intelligenza Artificiale. Interessa come sfondo, non direttamente: la mostra avrà pochi esempi di confronto diretto con l’IA, ma, di nuovo, non sarà un caso che il disegno torna quando si può disegnare diversamente, quando la tecnologia ci costringe a ripensare la nostra condizione umana, creativa, estetica.
Il titolo della mostra Disegno singolare. Il disegno ai tempi dell’Intelligenza Artificiale indica nella singolarità il grande tema del confronto al di là delle questioni tecniche: l’uomo, specie l’artista, incarna, difende, mette in atto la singolarità dei caratteri umani, mentre la tecnologia risponde a dei programmi, non ha ragione di distinguersi, di trasgredire, di pensare fuori dagli schemi, di essere originale.
La mostra non ha carattere museale ma esemplificativo, attinge, come detto, alle disponibilità e agli interessi dei galleristi e del critico. Sarà divisa in due parti, una “storica”, con degli esempi di artisti che proprio con il disegno hanno cercato e mostrato la loro diversità rispetto alle categorie consolidate, ai movimenti. Sono Dadamaino, Mario Schifano, Pino Pascali, Giuseppe Chiari, Alighiero Boetti, Eva Sorensen, Ketty La Rocca, Carol Rama, Lucio Pozzi, Pietro Fortuna, selezione che rappresenta comunque la possibilità di una riflessione sugli ultimi decenni.
La seconda sezione è quella degli artisti più recenti: l’idea è di restituire vari usi e concezioni nuove del disegno che vanno nella direzione dello scavo nelle ragioni della singolarità. Gli artisti: Stefano Arienti, Luca Pancrazzi, Eva Marisaldi e Enrico Serotti, Claudia Losi, Marco Cingolani, Gianluca Codeghini, Andrea Mastrovito, Giulio Lacchini, Sergio Breviario, Maria Teresa Sartori, Matthew Attard, Giorgia Fincato. Questi artisti permettono di osservare l’argomento della mostra da differenti punti di vista, sotto varie angolature, toccando una quantità di altri temi: l’intelligenza animale oltre a quella umana e artificiale, la necessità di strategie per non cadere nella pretesa spontaneità, i ruoli della sensibilità, dell’inconscio, della tecnica.
Nel corso della mostra verrà pubblicato un catalogo con un ampio testo di Elio Grazioli che cerca di disegnare a sua volta i rapporti e le stratificazioni di tali argomenti.
Andrea Mastrovito (Bergamo, 1978), artista, regista e autore di libri, si è formato in Italia e vive tra Bergamo e New York. Il suo percorso si concentra sul disegno alternando il lavoro in studio a interventi installativi e performativi. Ha vinto nel 2007 il New York Prize, nel 2012 il Moroso Prize, nel 2016 il Premio Ermanno Casoli, nel 2019 l’Italian Council e nel 2022 ha vinto il PAC - Piano per l'Arte Contemporanea, assegnato dalla Direzione Generale per la Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con Villa Adriana e Villa d'Este, Roma.
Tra le personali, Andrea Mastrovito/Romeo Castellucci - Res gestae, curato da Nicolas Martino, Palazzo Braschi, Roma nel 2024, Yo lo vi, Espacio Proa21 - Fundacion Proa, Buenos Aires nel 2022, La Diseducazione al Reale, curata da Alberto Fiz presso la Galleria Michela Rizzo a Venezia, Strange Days a Laznia Center a Danzica, (2021), Io Non Sono Leggenda, a cura di Davide Dall’Ombra, Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni a Pistoia (2020); Le Monde Est Une Invention sans Futur, Fondation Bullukian e 15a Biennale di Lione e Very Bad Things, a cura di Massimo Mininni, presso La Galleria Nazionale a Roma (2019); Symphony of a Century, Kunsthalle, Osnabruck (2018); Here the Dreamers Sleep, Museo Andersen, Roma (2015); At the End of the Line, GAMEC, Bergamo (2014) e Le Cinque Giornate, Museo del Novecento di Milano (2011). Il suo lavoro da regista comprende i due film NYsferatu - Symphny of a Century (2017) e I Am Not Legend (2020).
Tra le ultime personali si segnalano Yo Lo Vi (Proa21, Buenos Aires, 2022); Strange Days (Laznia Center, Danzica, 2021); lo Non Sono Leggenda (Museo di Palazzo Fabroni, Pistoia, 2020); Very Bad Things (Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma, 2019); Le Monde est Une Invention sans Futur (Fondation Bullukian, Lione, 2019); At the end of the line (GAMeC, Bergamo, 2014). Nel 2017 ha esordito come regista con il lungometraggio animato NYsferatu - Symphony of a Century, seguito dal sequel, I Am Not Legend, nel 2020.Nel 2021 ha fondato a Bergamo The Drawing Hall, di cui è direttore artistico.
Nel 2023 ha partecipato a vari eventi di prestigio. In particolare, ha esposto le sue opere a L'arte è WOW!, curata da Marco Bazzini e Diva Moriani presso la Triennale di Milano, e a May Be Closer (II) alla Wilde Gallery di Basilea. Ma anche in mostre come Io Sono Confine/I Am Border, curata da Pierre Dupont e Anna Daneri a Palazzo Grillo a Genova, e Artificialia et Mirabilia, curata da Andrea Bruciati a Villa d'Este a Tivoli. La portata artistica di Mastrovito si è estesa a piattaforme internazionali con Annotazioni Video, curata da Stefano Romano presso l'Istituto Italiano di Cultura a Tirana, e la partecipazione al Bram Stoker Festival a Dublino. La sua arte ha inoltre decorato le pareti di Palazzo Lucarini a Trevi nell'esposizione U.N.A.
Nel 2024 sono state inaugurate, fra altre, due importanti esposizioni permanenti Mt 25,40 al Santuario di Nostra Signora della Guardia a Tortona (AL) e Tristes presentimientos de lo que ha de acontecer, alla GAMeC di Bergamo.
Il suo lavoro è stato incluso in numerose istituzioni in Europa e Stati Uniti, tra cui Museum of Art and Design, New York; MAXXI Museo delle Arti del XXI secolo, Roma; Palazzo delle Esposizioni, Roma; Manchester Art Gallery, Manchester; B.P.S. 22, Charleroi; Museum of Contemporary Design and Applied Arts, Lausanne; MUDAM, Lussemburgo; Belvedere 21, Vienna; Magazzino Italian Art, Cold Spring NY.
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