#LARTERESISTE: Sambini

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#LARTERESISTE

Paesaggi Contemporanei
Alessandro Sambini

Alessandro Sambini è senz’altro un artista che merita uno sguardo e un’attenzione particolare. Ricordo molto bene il primo studio visit da lui a Milano. Aveva totalmente disatteso la prassi secondo cui si svolgono normalmente gli incontri tra artista e gallerista, presentandomi il suo lavoro in un modo decisamente inusuale.

Sono stata accolta da una ragazza-testimone che aveva avuto il privilegio di assistere alla registrazione di una trasmissione televisiva, svoltasi al Centro Sperimentale di Fotografia di Milano nel maggio del 2012, supportata dal Museo di Cinisello Balsamo.
La ragazza si trovava in studio proprio per raccontarmi la sua esperienza.

La serata a cui aveva partecipato consisteva in un nuovo gioco pensato per la TV: Replay!, ideato e diretto da Igor Cova che, in seguito, scoprirò essere lo pseudonimo dell’artista.
Il format metteva a confronto due famiglie sfidanti, il cui compito era quello di replicare sul palco, nella maniera più fedele possibile, due filmati reperibili su YouTube: nello specifico, l‘ingloriosa e tragica fine dei due dittatori Saddam Hussein e Gheddafi.

La regia aveva messo a disposizione delle famiglie del materiale che permetteva loro di ricostruire lo scenario e i vincitori avrebbero ricevuto un cospicuo premio in denaro. In sala un pubblico eterogeneo aveva quasi riempito il teatro.

La trasmissione prevedeva una presentatrice in carne e ossa, supportata nella conduzione da un pupazzo guest star: Uan, la storica mascotte del programma televisivo per ragazziBim Bum Bam, divulgato da Canale 5 negli anni ‘80.
Purtroppo la serata ebbe un esito inaspettato a causa del malore che colpì Uan. Furono necessari tempestivi soccorsi. Arrivò di lì a poco un ambulanza con due medici che caricarono il pupazzo in barella e lo trasportarono d’urgenza al vicino ospedale Niguarda. Di Uan non si seppe più nulla e il pubblico, frastornato, lasciò a poco a poco la sala.

 


Alessandro Sambini, One is Dead, 2012, still da video

 

Mi ci volle un pochino per capire che cosa mi stesse raccontando la ragazza.
Dopo un iniziale momento di perplessità, via via che entravo nella storia e che cominciavo a comprendere, sentivo il mio entusiasmo crescere.

Mi trovavo di fronte a qualcosa di poco definibile.

Si poteva annoverare questa serata tra le performance? O si trattava di qualcos’altro?
Quanti e quali diversi piani di lettura potevamo vederci in questo evento?
I temi sul piatto erano diversi e tutti complessi:

I grandi eventi storici e la drammatica morte di due dittatori resi accessibili a tutti attraverso YouTube, grazie a filmati amatoriali e, di conseguenza, non filtrati né elaborati dai canali di informazione ufficiali;

la finzione e la realtà che si incrociano e si confondono. Un personaggio/pupazzo televisivo umanizzato che, come tale, ha un malore al cospetto di una platea e la reale morte di due figure centrali della storia contemporanea, che diventa soggetto di un gioco a squadre;

la parodia di improbabili giochi, quiz e reality show che imperversano sui canali televisivi;

l’utilizzo di nuovi linguaggi e di nuove modalità di fruizione dell’opera: il fruitore è lettore e scrittore allo stesso temponon c’è più nessun garante (Andrea Tinterri).

 

Alessandro Sambini, One is Dead, 2012, stampa fotografica.

 

Da quel momento, intensa e proficua è stata la collaborazione con Sambini, accompagnata da una costante e mai sopita euforia. Diversi i progetti presentati e supportati dalla galleria, dopo quel primo incontro risalente all’inverno del 2015.
Di li a poco abbiamo registrato al teatro PimOff di Milano la seconda puntata di Replay!, poi presentata, nella sua dimensione di format televisivo, in occasione della mostra collettiva Flags alla Serra dei Giardini di Venezia.Del 2016 è People at an exhibition la prima personale di Sambini in galleria alla Giudecca. In mostra, un robot, Giorgina, con una telecamera incorporata, registrava il passaggio dei visitatori e quasi immediata era la visibilità del filmato su YouTube. Un video all’entrata avvertiva della presenza di Giorgina, in modo da permettere a ciascuno di scegliere se rendere pubblica la propria partecipazione alla mostra o se opzionare per la tutela della privacy, grazie alla possibilità di indossare una maschera.
Una modalità contemporanea di rendere protagonista il visitatore che apre a nuovi, ulteriori e inaspettati risvolti e riconducibile a Lascia una traccia del tuo passaggio, l’ormai mitica Esposizione in tempo reale N 4 di Franco Vaccari alla Biennale di Venezia del ‘72.

 

Sambini, People at an exhibition, Giorgina, 2016

 

Nel 2018, abbiamo invece presentato gli esiti della performance TARA, Are We Still Alive? nello stand della galleria ad Artissima nel 2018.
Sambini aveva precedentemente occupato per tre settimane un negozio sfitto e lo aveva trasformato in un finto Centro Relax cinese – grazie all’applicazione di apposite vetrofanie – andando così a condizionare la vita quotidiana del vicinato e degli abituali avventori dei bar dei dintorni, ogni giorno più incuriositi.
I clienti che, piuttosto numerosi, si accingevano a suonare un finto campanello, ordinavano inconsapevolmente ad Amazon dei prodotti di basso costo, poiché questo era stato sostituito con un bottone per la spesa facile della suddetta azienda.
Anche in questo caso la lettura comprende diversi livelli e davvero ragguardevole è la capacità di Sambini di restituirci una significativa immagine dello stratificato paesaggio contemporaneo e dei suoi repentini cambiamenti, diretta conseguenza degli sviluppi tecnologici, delle dinamiche economiche, dei fenomeni di immigrazione e degli episodi di sfruttamento legati ai desideri della gente.

 

Alessandro Sambini,TARA, Are We Still Alive?, 2018, installation view