Londra, 1946
Hamish Fulton (Londra, 1946). La sua particolare condizione artistica non permette di confinarlo all’interno di uno studio o una città particolare. Come walking artist, infatti, il suo studio e, più in generale, la sua “città”, sono i luoghi che visita grazie alle sue lunghe camminate che costituiscono il cuore pulsante delle sue opere.
Finora non ho mai camminato con uno smartphone. Diciamo che se per i camminatori il Gps di uno smartphone è utile (anche per salvarsi la vita), dal mio punto di vista, con il suo uso, siamo «persi». Persi per convenienza, persi per l’imposizione delle corporation tecnologiche, persi perché crea una dipendenza, persi nel nostro rifiuto meccanicistico della natura «selvaggia». Per tutto il tempo che concentriamo le attività umane nei nostri smartphone, siamo contemporaneamente e diametralmente opposti alla natura, guardiamo nella direzione opposta. La natura è persa per noi, specialmente per i bambini.
Hamish Fulton in Il Giornale dell’Arte, n.392, 2018
Fulton, maestro della Walking Art, segue un’etica che comprende il non lasciare tracce materiali delle sue camminate, non collezionando materiali dei percorsi che ha intrapreso per mostrarle nelle gallerie; tuttavia, traduce le sue azioni in una grande varietà di media, combinando descrizioni basate su testi scritti con fotografie, illustrazioni e sculture in legno per comunicare le sue esperienze di camminatore ai visitatori delle gallerie. Il termine “Walking Artist” è stato da lui stesso coniato negli anni Settanta; non si definisce un artista della Land Art, così come afferma che nessuno dei due termini scelti per definire la sua arte, faccia riferimento a un mezzo o un materiale artistico predefinito; il camminare diventa la base per creare la propria arte, per rimettere l’artista, e chi con lui decide di partecipare alla camminata, in connessione con la Madre Terra. In un’ulteriore intervista rilasciata al Giornale dell’Arte, nel 2018, Fulton afferma inoltre di avere a cuore un’altra pratica che lo connette anche alla questione della salvaguardia dell’ambiente: la Deep Ecology, basata su un sistema di valori “ecocentrico” che segue un’etica ambientale, riflettendo sul ruolo della vita umana come parte dell’ecosfera.
Nel 2017, l’artista ha tenuto una mostra personale alla Galleria Michela Rizzo, dal titolo Unlike a drawn line, a walking line can never be erased; nel 2018, in occasione di Artissima, ha realizzato un Public Walk organizzato da Häusler Contemporary di Zurigo e dalla Galleria Michela Rizzo, in collaborazione con l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e con il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli, Museo d’Arte Contemporanea. Il progetto comprendeva che duecento persone camminassero per circa un’ora a distanze regolari in linee determinate sulla pista storica del Lingotto Fiat.
This website uses cookies to ensure you get the best experience on our website
Privacy Policy