DAVID TREMLETT

Cornovaglia, 1945



05 settembre - 21 novembre 2020

La Galleria Michela Rizzo è entusiasta di annunciare la mostra che, per la prima volta in assoluto, mette in dialogo e in confronto i due artisti inglesi di levatura internazionale Brian Eno e David Tremlett. Entrambi gli artisti hanno già collaborato in passato con la galleria veneziana ed è grazie a queste precedenti occasioni che è nato questo straordinario connubio artistico. Il percorso della mostra prevede sia opere che nascono da un dialogo stretto tra i due artisti che lavori site specific con sale dedicate a ciascuno. Brian Eno, considerato uno dei maggiori artisti contemporanei, eclettico e fervente sperimentatore, fondatore della musica ambient, da anni indaga parallelamente il mondo del sonoro e del visuale, spesso creando una connessione tra le due realtà. Eno, attraverso opere quali i Lightbox e Lenticulars, gioca con la mutevolezza delle forme e dei colori, sottoponendoli ai nostri occhi come fossero elementi liquidi. È infatti nella fissa e lenta osservazione dei lightbox che ci sentiamo sprofondare in un’atmosfera acquosa, all’interno della quale il tempo si dilata e dove il nostro sguardo, guidato dai toni cangianti, può concentrarsi su ciò che abbiamo dentro, accompagnandoci in un tentativo di meditazione. L’opera di Brian non è semplicemente l’oggetto ma l’ambiente, uno spazio nel quale le atmosfere dai profili soffusi e brillanti delle opere visuali si accompagnano alle composizioni sonore, dando origine a una dimensione nella quale potersi perdere, nel fluire di una musica che trascende dall’essere musica e nella contemplazione di elementi mutevoli che si trasformano in stati d’animo. Colore e suono si amalgamano, diventando in qualche modo elementi della stessa cosa, fondendosi in un fluido che scorre in modo continuo e senza intervalli. Le opere di Eno sono strumenti di osservazione che ci trasportano, attraverso le sonorità, in un mondo ovattato e inaspettatamente silenzioso. David Tremlett, artista dal vissuto intenso, i cui numerosi viaggi ed esplorazioni hanno fortemente inciso sulla sua pratica artistica, è conosciuto in particolare per i suoi grandi interventi murali site specific che ha realizzato in diverse parti del mondo. Tremlett, attraverso i colori compatti, densi e corposi, ci racconta della concreta bellezza delle cose: le forme semplici e le campiture piatte descrivono i profili di un mondo osservato e tradotto nella semplicità del segno e della materia. Dalle opere su carta ai grandi wall drawing la pittura di Tremlett si esprime nella sua essenziale purezza, tanto nell’estetica quanto nella realizzazione. Il pigmento è steso sulla parete direttamente con le mani, senza l’utilizzo di strumenti, in un rimando, anche attraverso il gesto, alle origini primitive della pittura. Molti sono stati gli interventi di David Tremlett realizzati in Italia, paese molto amato dall’artista come lui stesso afferma “Non riesco a pensare a un posto migliore nel mondo, dove avrei potuto lavorare. E lo dico proprio perché ho viaggiato tanto e ho esposto in molte parti del mondo.” Le opere di Tremlett, infatti, hanno contraddistinto paesaggi e luoghi caratteristici dell’Italia in modo unico e inconfondibile. Dalla Puglia alle Langhe svariati sono stati gli interventi pubblici negli spazi di antichi edifici, luoghi di culto e costruzioni moderne, sui quali l’artista ha apposto il suo tratto distintivo, inserendolo in modo armonico nel contesto. I wall drawing di David cambiano il volto alle costruzioni già esistenti, ridando loro nuova vita nel rispetto del luogo e del contesto culturale del quale fanno parte, creando una liaison tra il presente e il passato. Dal colore impalpabile ed etereo alla polvere del pigmento, dalle forme mutevoli e vacue dalle geometrie precise e astratte, le personalità forti e definite di Brian Eno e David Tremlett trovano, all’interno degli spazi della galleria, un terreno fertile dove poter comunicare, innescando un dialogo e un confronto che potenzia e amplia, in maniera incantevole e ammaliante, il lavoro dei due artisti.

David Tremlett (Cornovaglia, 1945), nativo della Cornovaglia, è un artista che lavora con media differenti, quali la scultura, l’installazione e il disegno.

La sua iniziazione artistica avviene nell’ambito della scultura, che coltiva attraverso studi condotti alla Birmingham School of Art e in seguito presso il Royal College of Art di Londra. Ad alimentare il suo immaginario artistico contribuiscono i numerosi viaggi che gli consentono di entrare in contatto con culture diverse, e gli forniscono fonti e modelli di ispirazione molteplici.

Fin dal 1969 sperimenta con dedizione il wall drawing, servendosi come medium privilegiato del pastello, al contempo fragile ed etereo ma anche strutturalmente forte. Tremlett manifesta un particolare interesse per i lavori site-specific, destinati a durare per un periodo circoscritto di tempo, prima di essere inevitabilmente alterati da elementi naturali. Innumerevoli sono, a partire dai tardi anni ’70, gli interventi che comprendono immagini disegnate sulle pareti di musei, gallerie e spazi non convenzionali quali vecchie chiese ed edifici in rovina: la cappella detta del Barolo a La Morra, in collaborazione con l’amico Sol LeWitt (1999), l’ambasciata britannica a Berlino (2000), la chiesa di Villeneauxe-la Grande (2005), la sinagoga di Zamosc (2006), il British Council Building di Nairobi (2014), la chiesa di Coazzolo, Asti (2017) e, più recentemente, nelle Langhe con un progetto site-specific concepito per i suggestivi spazi della Cappella del Relais San Maurizio, a Santo Stefano Belbo.

La consacrazione del lavoro dell’artista giunge presto dalle più prestigiose istituzioni internazionali: nel 1992 viene inserito nella rosa dei candidati per il Turner Prize, e nel corso del tempo i suoi lavori vengono ospitati presso gallerie e musei tra i più autorevoli: dal Centre Pompidou di Parigi al Museo Stedelijk di Amsterdam, dal Musee des Beaux Arts di Grenoble al Museo Pecci di Prato ,dalla Fundaciò Joan Mirò a Barcellona fino al Museum of Modern Art di New York,oltre che presso Gallerie quali la Serpentine di Londra,la Mizuma Art Gallery di Tokyo e la Nigel Greenwood di Londra in cui l’artista esordisce nel 1970. Nel 2011 realizzata appositamente un lavoro “Drawing for Free Thinking” commissionato per la Tate Britain in cui interagisce con la planimetria e le caratteristiche architettoniche dello spazio,lavorando con pastelli che strofina direttamente sul muro servendosi dei palmi delle mani, l’anno successivo ha esposto “New work on paper” presso la Galleria Gering & Lòpez di New York e nel 2013 un’ampia e articolata serie di wall drawings per la Galleria Ikon di Birmingham.