BRIAN ENO

Woodbridge, 1948



05 settembre - 21 novembre 2020

La Galleria Michela Rizzo è entusiasta di annunciare la mostra che, per la prima volta in assoluto, mette in dialogo e in confronto i due artisti inglesi di levatura internazionale Brian Eno e David Tremlett. Entrambi gli artisti hanno già collaborato in passato con la galleria veneziana ed è grazie a queste precedenti occasioni che è nato questo straordinario connubio artistico. Il percorso della mostra prevede sia opere che nascono da un dialogo stretto tra i due artisti che lavori site specific con sale dedicate a ciascuno. Brian Eno, considerato uno dei maggiori artisti contemporanei, eclettico e fervente sperimentatore, fondatore della musica ambient, da anni indaga parallelamente il mondo del sonoro e del visuale, spesso creando una connessione tra le due realtà. Eno, attraverso opere quali i Lightbox e Lenticulars, gioca con la mutevolezza delle forme e dei colori, sottoponendoli ai nostri occhi come fossero elementi liquidi. È infatti nella fissa e lenta osservazione dei lightbox che ci sentiamo sprofondare in un’atmosfera acquosa, all’interno della quale il tempo si dilata e dove il nostro sguardo, guidato dai toni cangianti, può concentrarsi su ciò che abbiamo dentro, accompagnandoci in un tentativo di meditazione. L’opera di Brian non è semplicemente l’oggetto ma l’ambiente, uno spazio nel quale le atmosfere dai profili soffusi e brillanti delle opere visuali si accompagnano alle composizioni sonore, dando origine a una dimensione nella quale potersi perdere, nel fluire di una musica che trascende dall’essere musica e nella contemplazione di elementi mutevoli che si trasformano in stati d’animo. Colore e suono si amalgamano, diventando in qualche modo elementi della stessa cosa, fondendosi in un fluido che scorre in modo continuo e senza intervalli. Le opere di Eno sono strumenti di osservazione che ci trasportano, attraverso le sonorità, in un mondo ovattato e inaspettatamente silenzioso. David Tremlett, artista dal vissuto intenso, i cui numerosi viaggi ed esplorazioni hanno fortemente inciso sulla sua pratica artistica, è conosciuto in particolare per i suoi grandi interventi murali site specific che ha realizzato in diverse parti del mondo. Tremlett, attraverso i colori compatti, densi e corposi, ci racconta della concreta bellezza delle cose: le forme semplici e le campiture piatte descrivono i profili di un mondo osservato e tradotto nella semplicità del segno e della materia. Dalle opere su carta ai grandi wall drawing la pittura di Tremlett si esprime nella sua essenziale purezza, tanto nell’estetica quanto nella realizzazione. Il pigmento è steso sulla parete direttamente con le mani, senza l’utilizzo di strumenti, in un rimando, anche attraverso il gesto, alle origini primitive della pittura. Molti sono stati gli interventi di David Tremlett realizzati in Italia, paese molto amato dall’artista come lui stesso afferma “Non riesco a pensare a un posto migliore nel mondo, dove avrei potuto lavorare. E lo dico proprio perché ho viaggiato tanto e ho esposto in molte parti del mondo.” Le opere di Tremlett, infatti, hanno contraddistinto paesaggi e luoghi caratteristici dell’Italia in modo unico e inconfondibile. Dalla Puglia alle Langhe svariati sono stati gli interventi pubblici negli spazi di antichi edifici, luoghi di culto e costruzioni moderne, sui quali l’artista ha apposto il suo tratto distintivo, inserendolo in modo armonico nel contesto. I wall drawing di David cambiano il volto alle costruzioni già esistenti, ridando loro nuova vita nel rispetto del luogo e del contesto culturale del quale fanno parte, creando una liaison tra il presente e il passato. Dal colore impalpabile ed etereo alla polvere del pigmento, dalle forme mutevoli e vacue dalle geometrie precise e astratte, le personalità forti e definite di Brian Eno e David Tremlett trovano, all’interno degli spazi della galleria, un terreno fertile dove poter comunicare, innescando un dialogo e un confronto che potenzia e amplia, in maniera incantevole e ammaliante, il lavoro dei due artisti.

Brian Eno (Woodbridge, 1948) è un musicista, compositore, produttore discografico e artista visivo inglese, noto come uno dei principali innovatori della musica ambient e della pittura generativa. Ha frequentato l'influente e sperimentale "Groundcourse" di Roy Ascott all'Ipswich College, il cui scopo era rinvigorire l'educazione artistica, intesa come un processo cibernetico strutturato in test progettati per distruggere i preconcetti creativi. Nel 1971 è entrato a far parte della Roxy Music come sintetizzatore. Nel 1973 ha lasciato la band e ha registrato numerosi album da solista, coniando il termine "musica ambientale" per descrivere il suo lavoro in pubblicazioni come Another Green World (1975), Discreet Music (1975) e Music for Airports (1978). Ha collaborato con artisti quali Robert Fripp, Cluster, Harold Budd, David Bowie, nella sua Berlin Trilogy, e David Byrne, e ha prodotto album di artisti tra cui John Cale, Jon Hassell, Laraaji, Talking Heads e Devo, e la No Wave Compilation No New York (1978). Eno ha anche continuato a registrare album da solista e lavorare con artisti tra cui gli U2, Laurie Anderson, Grace Jones, Slowdive, Coldplay, James Blake e Damon Albarn.

Come artista visivo espone regolarmente dalla fine degli anni '70. Il suo lavoro è dedicato prevalentemente alle possibilità offerte dal mezzo della luce. Nel 2009, Eno ha ricevuto il rarissimo invito ad esibirsi sulle iconiche vele del Sydney Opera House in Australia, utilizzando potenti proiettori per far luce su Circular Quay.

Il suo attuale corpus di opere comprende light boxes, incisioni e lenticular printing nonché opere scultoree e sonore. I suoi light boxes attraversano senza soluzione di continuità infinite combinazioni di seducenti "colori" auto-generati usando una serie di luci a LED intrecciate. Le loro composizioni minimali, la prima delle quali fu fatta alla Ipswich Art School nel 1966, fanno riferimento in particolare all'arte russa antica, a Mondrian e al suprematismo. Eno scrive: "Ho cercato di rallentare la musica in modo che diventasse più simile alla pittura, e di animare i dipinti in modo che diventassero più simili alla musica ... nella speranza che i due si fondessero nel mezzo".

Sebbene riconosciuto a livello internazionale per la sua arte e la sua musica, prima di "Light Music" alla Paul Stolper Gallery di Londra nell'aprile 2016, descritta in una recensione come "una masterclass nel potere del suono e della visione", Eno non aveva esposto una mostra in galleria nel Regno Unito da "Music for White Cube" di White Cube nel 1997. Brian dice della sua pratica “Suppongo che fosse il momento in cui la pittura iniziò a fare qualcosa che la musica aveva già fatto per millenni. La musica è sempre stata l'unica arte completamente non figurativa. La musica non è nata dai tentativi di imitare la natura; la musica sembra provenire da qualche altra parte e, naturalmente, nella prima parte del XX secolo, i pittori lo invidiavano enormemente. C'era quella famosa affermazione, Tutta l'arte aspira costantemente alla condizione della musica. Penso che sia stato Walter Pater a dirlo. E all'inizio del XX secolo, il primo dipinto astratto fu un tentativo di realizzare qualcosa che si comportasse come musica, in termini visivi.'

Michael Bracewell nel suo saggio per il libro Light Music di Eno, pubblicato nel 2017, descrive l'arte di Eno come "uno spazio per la contemplazione dell'esperienza individuale, dove si è incoraggiati a impegnarsi con un'esperienza sensoriale / estetica che riflette i sempre mutevoli stati d'animo e casualità della vita stessa" e paragona "il richiamo dell'arte di Eno a quello di, per esempio, Matisse o Rothko nel modo più avvolgente”.